LEONARDO DA VINCI, ISPIRAZIONE MANAGERIALE di Tamara Panych
“Quando camminerete sulla terra dopo aver volato, guarderete il cielo perché là siete stati e là vorrete tornare.”
Un genio, un inventore, uno che stava anni luce avanti rispetto al suo tempo. Sei davvero sicuro di sapere chi fosse Leonardo da Vinci?
Se invece ti dicessi che era anche un plagiatore? Andiamo a vedere!
Lo sapevi che il concetto di CV lo ha inventato lui, ma che il curriculum da lui presentato a Ludovico Sforza, detto il Moro, era sostanzialmente “falso”?
Ebbene sì, ma semplicemente perché quella lettera era INCENTRATA SUL “CLIENTE” (Ludovico) e non sul “prodotto” (Leonardo): proprio da manuale di marketing dei nostri giorni, insomma.
Che intendo? Leonardo era un pacifista, ma i primi 9 punti su 10 dei suoi USP (unique selling proposition) erano un catalogo di macchine da guerra.
La ragione di tale approccio? Semplice, Ludovico Sforza era in primis un leader militare e Leonardo costruì per lui le più avanzate armi del tempo.
Allora, ti chiederai perché definire il CV di Leonardo un “falso”?
Le capacità che Leonardo affermava concretamente di possedere erano solo teoriche; difatti, in 30 anni a Firenze, lui non aveva mai “toccato palla” nella costruzione bellica.
Tuttavia, come anticipato, va riconosciuto a Leonardo che una volta “vendute” le proprie capacità teoriche, seppe svilupparle velocemente trasformandole in realtà.
Come ci riuscì? Beh “semplice”, con applicazione pratica ed uno studio costante, passando giorni e giorni nelle librerie del castello sforzesco.
Il modello vincente, almeno per Leonardo, era, quindi: STUDIARE / COPIARE / ADOTTARE / MIGLIORARE. Tutto con grande curiosità.
Leonardo intendeva la curiosità nel vero senso etimologico della parola dal latino “che si prende cura”.
Quando siamo curiosi, ci prendiamo cura.
La curiosità, oggi più che mai, è importante perché è un vero antidoto contro la paura che ci conduce ad incontrare il nuovo.
Se passiamo in rassegna le invenzioni, non solo belliche, più famose di Leonardo, scopriamo che sono una copia di qualcosa di già esistente, ma migliorata in modo talmente geniale da far cadere nell’oblio l’autore iniziale.
Faccio alcuni esempi:
- il famosissimo “Uomo Vitruviano”, figura perfetta con quattro braccia e quattro gambe, come suggerisce il termine stesso è di Vitruvio, l’architetto che per primo ha proposto di usare le proporzioni del corpo umano in architettura, come standard di armonia. Leonardo non ha fatto altro che dipingere un uomo vitruviano più bello di moltissimi altri e oggi quella idea viene attribuita a lui;
- la mitragliatrice era uno strumento bellico già esistente al tempo; così come,
- il carro falciante, usato sin dai tempi dei romani; o ancora,
- il canone a vapore risalente ad un altro grande inventore come Archimede.
Cosa ci ha insegnato, dunque, Leonardo con le sue scelte di marketing?
Il fatto che il più grande inventore al mondo fosse in realtà un impostore e che a volte si deve “bleffare” per raggiungere i propri risultati?
Ovviamente no; bensì, che tante volte occorre applicarsi con dedizione e curiosità attraverso un processo di crescita, che passa innanzitutto dallo studio, poi dall’osservare gli altri e carpire quanto di buono è possibile apprendere (o per dirla in senso molto lato: copiando e adottando le tecniche di base altrui), per poi farle proprie al fine di migliorarle e renderle uniche.
In breve, per sviluppare qualcosa che non esiste, bisogna in primis conoscere bene ciò che esiste con cura!