Vulnerabilità non significa essere fragili, ma significa fare spazio per accogliere noi stessi e gli altri.

Cosa vuol dire fare spazio alla vita?

Nonostante ci abbiano insegnato ad essere forti, fare spazio alla vita significa diventare fragili.

Col passare del tempo e dei cicli della nostra crescita, anno dopo anno, si formano al di sopra dei nostri sentimenti, dei rivestimenti sempre più forti e sempre più robusti.

È la vita che fa il suo corso, ci rende più forti e maturi, ma, ahimè, anche più impenetrabili.

È un viaggio naturale, e molto delicato e critico, perché la vita è uno specchio formidabile, ma solo se non ti travesti e mostri la tua sensibilità. Il rischio è proprio quello di percorrere il cammino camuffati.

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Questo involucro, talvolta, si fa talmente massiccio e resistente, che all’apparenza può sembrare di grande tranquillità il farsi accompagnare sempre da esso ma, al tempo stesso, mi accorgiamo che diventa pesante, e ci provoca una certa fatica.

Ci sentiamo più forti, questo è vero, ma più passano gli anni e più la nostra vitalità si spegne, soffocata dietro questa armatura.

Senza neanche accorgercene, ci troviamo poco per volta ritirati dentro il nostro guscio, certo al sicuro, ma distanti dai nostri affetti, dai sentimenti, dalle emozioni, insomma dalla vita e soprattutto da noi stessi!

Il peso di tale guscio, che si forma attorno a noi con il tempo, è talmente comodo che, senza accorgercene, da sicuro e confortevole ristoro, divenuta una sterile e agevole prigione.

E’ importante sin da subito capire che vulnerabilità non significa essere fragili, ma significa fare spazio per accogliere noi stessi e gli altri.

Accogliere la vulnerabilità vuol dire coltivare l’autenticità, l’unica cosa che ci consente di stare in connessione con gli altri. I momenti in cui sei vulnerabile servono a capire chi merita davvero di starti vicino, ad aiutare meglio il prossimo. Infine, quando ci concediamo di mostrarci vulnerabili con una persona, dai a quella persona la possibilità di renderti invulnerabile.

Non c’è il rischio di farci male?

Non più del male che possiamo farci con ciò che non possiamo dare a noi stessi, segregati dietro il nostro guscio.

Madre Natura ci ha già insegnato tutto, ma solo se siamo in grado di osservare con attenzione.

La natura ci insegna tutto attraverso i bambini. Loro sono il futuro del mondo. Sono loro stessi la parte più vulnerabile del corpo di una donna, nei mesi che precedono la nascita.

La vulnerabilità è l’essenza della sostenibilità al futuro.

Questo è quello che ci insegna Alice, la tartaruga senza guscio, protagonista del mio ultimo libro.

Leadership affettiva. Imparare a essere buoni leader per un futuro sostenibile. La lezione di Alice, la tartaruga senza guscio.

Attraverso il racconto della tartaruga Alice, che assume quasi i contorni di una favola, il libro fornisce indicazioni sulle qualità che dovrebbe avere un buon leader in un futuro sostenibile e su quanto sia importante essere ispirati e saper ispirare.