Una leadership legata a creare un senso

Il nostro mondo è palesemente in una crisi di leadership resa manifesta – pienamente e senza eccezioni in tutto il mondo – dal collasso sanitario e sistemico scatenato dal virus COVID19 e dalla conseguente pandemia che ci affligge da qualche anno, per non parlare dei recenti venti di guerra.

Le sfide che già stavamo affrontando – il cambiamento climatico, i sempre più frequenti e terribili disastri naturali, l’esaurimento delle risorse, le costanti emergenze sanitarie nei paesi in via di sviluppo, le crisi etiche nelle aziende di tutto il mondo, il sovraffaticamento e burnout dei lavoratori nei paesi sviluppati – dipingono un quadro faticoso.

Aggravato, in moltissimi casi, da una implacabile spinta alla redditività a breve termine, da programmi sociali che si basano sulla crescita continua per garantirne il finanziamento, dal potere – ancora in espansione – delle grandi corporation. Oggi è difficile azzardarsi a ‘prevedere’ un futuro, ma tutti stiamo, ciascuno a suo modo, provando a immaginare, la ripresa nella direzione di una maggiore sostenibilità e un maggiore benessere del pianeta.

 

In un momento storico come questo, dovuto a scenari pandemici, economici spesso incontrollabili, quella che i leader stanno vivendo nelle organizzazioni è una delle sfide più grandi di sempre: far sì che le persone, pur essendo delocalizzate, lavorando a distanza e spesso in preda ad emozioni, possano sentirsi comunque parte di qualcosa, unite e motivate.

Si inizia a ripensare ad un nuovo modello di leadership all’interno delle organizzazioni che è una leadership legata all’essere creatori di senso.

Oggi trovare il senso da parte del leader vuol dire, nonostante tutti i cambiamenti, rispondere ad una significativa domanda: Come posso ispirare le persone a dare il meglio di se?

Il senso ha a che fare con la DIREZIONE (proprio come un cartello stradale ci indica la strada) e il SIGNIFICATO di ciò che facciamo. Se conosco il significato riesco a convogliare tutte le mie energie in ciò che faccio. Nota la differenza tra vagabondo e pellegrino: ha a che fare con il significato.Il vagabondo gira senza meta, il pellegrino ha una meta.

Ma chi è un leader oggi?

Il leader è colui che sa ascoltare e comunicare con tutti coloro che lo seguono ed anche con chi non lo segue, ma potrebbe seguirlo più avanti, qualcuno che vede prima la possibilità di cambiare, in senso positivo.

Si può essere leader nel proprio gruppo familiare, con amici e in azienda, piccola o grande che sia.

Formare un leader oggi significa fornire un’educazione intellettuale, associata ad una parte etica ed emotiva.

Come dice Don Bosco l’educazione è un’azione di cuore.

Quindi l’istruzione intellettuale deve essere affiancata ad un’educazione emotiva, capacità di ascolto, rispetto verso l’altro, empatia, flessibilità per interagire con tutti, capacità di vedere il cambiamento che arriva e saperlo trasformare, praticare valori come la gratitudine, la contemplazione e la gentilezza.

Ogni potere deve essere sempre controbilanciato dalla responsabilità.

Il leader oggi deve integrare, includere tutte le parti di Sé maschile e femminile. Valori come la gratitudine, la gentilezza ecc. sono per lo più legati all’energia femminile. A differenza delle caratteristiche di profitto, determinazione e competitività, tipici della leadership tradizionale, maschile.

Il leader oggi deve superare l’ego.

Il leader oggi deve spingere gli altri al senso del “noi”.

La leadership affettiva è un cambio di paradigma.

La leadership affettiva si sposta da una precedente visione up down ad una espressione più trasversale e per fare questo passaggio è indispensabile:

  • Disimparare
  • Accettare l’imperfezione
  • Farsi da parte
  • Decidere per assenso
  • Celebrare
  • Osservare senza definire
  • Dare feedback
  • Considerare la fatica come un segnale

Il nuovo concetto di leadership risponde a “è abbastanza buono e abbastanza sicuro per provare e lascia spazio al margine d’errore“.

Non risponde all’idea di perfezione che, peraltro non esiste e ha sempre creato competitività e frustrazione.

La nuova leadership deve tenere conto che ognuno è una scintilla ed ognuno è stato ferito.

L’obiettivo della nuova leadership deve tutelare l’equivalenza e l’equanimità. Tutti sono coinvolti.

Una leadership di senso coinvolge un lavoro di crescita personale. Cambiare dentro per manifestare fuori.

Significa lavorare senza il giudizio. Il primo giudice interiore siamo noi stessi. Il giudizio è una reazione automatica della mente.

Non possiamo spegnere la mente. Possiamo però osservare lo spazio tra un pensiero e l’altro e nutrirci di quello spazio, perché lì avvengono le migliori intuizioni e chiarezze.

Abbiamo detto cambiare dentro per manifestare fuori: la gratitudine è la benzina per creare la manifestazione.

Coltivare la gratitudine e trasformare il giudizio sono 2 aspetti fondamentali per la leadership affettiva.